La poesia di Alda Merini evoca, con una forza visionaria di rara suggestione e intensità, il momento più tragico ed emblematico della vita di Cristo per la prima volta rappresentato dalla poetessa milanese accanto alla vergine in un dittico di sublime potenza espressiva e di altissima tensione emotiva. Madre e figlio appaiono infatti in tutta la loro fragilità umana, fatta di smarrimento e paura, addirittura di muta ribellione, e nello stesso tempo si stagliano sulla scena come figure luminosissime, immense, capaci di dialogare tra loro con silenzi, gesti quasi impercettibili a occhio umano: come l’abbraccio impossibile tra Maria e il figlio inchiodato.